Quartiere Finardi

Il quartiere Finardi è un polmone verde a Bergamo: una meravigliosa parentesi di tranquillità e silenzio che ci porta lontano dalla frenesia cittadina. Un quartiere racchiuso tra l’area dismessa Reggiani, Borgo Santa Caterina e lo Stadio di Bergamo.
E’ un reticolo di vie strette in cui trovare villini dei primi del novecento e piccoli edifici con giardino. Ogni strada ha un’anima e nella tranquillità del giorno e nelle ore serali il quartiere rivela quest’anima segreta nascosta dietro il quotidiano.

Un quartiere senza tempo

Nei pomeriggi autunnali, in quelle ore malinconiche in cui il giorno se ne va e arriva la sera lasciate il traffico e il rumore di via Corridoni, attraversate la roggia che scorre verso lo scivolo che la sotterra prima di Borgo Santa Caterina e vi troverete in una città diversa, sembrerà di stare in una epoca diversa.

Questo è il quartiere Finardi: una parentesi di silenzio tra lo stadio e lo scorrere delle automobili.

Le strade sono pressoché deserte, bassi i marciapiedi e i villini in stile Liberty fanno pensare ad una borghesia laboriosa e gelosa della propria riservatezza.
Persone che, terminato il lavoro, si rifugiano in un’isola di quiete familiare.

Sembra di vivere un una Bergamo di tanti anni fa.

Villa Grismondi Finardi

Tutto il quartiere è cresciuto come minuscolo contado di una grande dimora gentilizia, il “Palazzo”, ricca di storia e di verde, quasi tutto precluso agli occhi del viandante da un alto muro, che ne rende ancora più ricchi di fascino alberi e prati: era una dimora campagnola, di quelle che l’aristocrazia orobica costruiva per trascorrervi i mesi più caldi.

Paolina Secco Suardo ovvero Lesbia Cidonia

La fabbrica risale al XVI secolo e probabilmente è anche più antica, ma la sua massima gloria è legata al Settecento e alla sua inquilina più celebre: la famosa Paolina Secco Suardo che illustrò le arti e lasciò traccia di sé col nome di Lesbia Cidonia. Qui la poetessa veniva per la villeggiatura insieme al marito conte Luigi Grismondi, proprietario di villa e terreni. A lei è dedicata una delle strade principali del quartiere: in realtà, quasi tutte le strade sono intitolate a personaggi legati alla storia del “Palazzo”.

Finardi

Intorno alla metà del XIX secolo, i proprietari di villa e contado dovettero alienare l’enorme proprietà, che era assai più vasta dell’attuale quartiere: la comprò una famiglia di imprenditori dell’Isola, i Finardi, segnando il definitivo imborghesimento del “Palazzo” e delle pertinenze.

Mario Finardi e la ferrovia della val Brembana

La borghesia operava, acquistava, investiva. Era lo spirito del progresso e dell’espansione. Così si legarono i destini di San Pellegrino, dove, a partire dal 1902 erano iniziati i lavori che ne avrebbero fatto una celebre città d’acque, e il quartiere naque grazie all’ingegner Mario Finardi, vicino alla neonata ferrovia della val Brembana, che dal 1906 trasportava i turisti fino alle Terme e al Casinò di San Pellegrino.